Conclusioni

Con questo lavoro di tesi si è voluto approfondire una tematica sempre più centrale nel mondo dell’ingegneria del web, come quella della progettazione di applicazioni ipertestuali centrate sui dati. In particolare, l’interesse è stato fornito dalla nascita, possibile grazie a ben cinque anni (1996-2001) di ricerca effettuata nel Politecnico di Milano, di uno strumento del tutto innovativo rispetto a quelli tradizionali.

Come chiarito nel corso dei capitoli precedenti, l’innovazione consiste nell’aver voluto affrontare la problematica con una metodologia progettuale diversa dagli standard esistenti e fin qui adoperata solo in altri ambiti dello sviluppo software; in altre parole, i creatori del semplice ma sorprendentemente potente linguaggio WebML hanno inteso trasferire, nell’ambito della produzione web, gli importanti e definitivi successi che la modellazione concettuale (e visuale) ha conseguito nella progettazione dei database relazionali o anche nell’analisi e specifica dei requisiti di un’applicazione software ad oggetti.

Esistono pochi prodotti al mondo che svolgono la medesima funzione di modellazione astratta e di alto livello di un’applicazione web complessa, tra cui citiamo i maggiori: HDM con l’ambiente di sviluppo Autoweb e WAD, sviluppato da IBM e implementato con il software CASE WAST. Il primo appare perdente nel confronto con WebML/WebRatio in quanto basato su tecnologia CGI, più onerosa per le ragioni analizzate nel primo capitolo. Il secondo, fornito come plug-in per IBM WebSphere Studio, è invece analogo a WebML e si basa anch’esso, come implementazione del metamodello concettuale, su template di pagina con istruzioni in linguaggi di scripting lato server generati automaticamente.

La vera chiave di volta che sta alla base del promettente sviluppo della modellazione concettuale consiste nel rendere possibile lo sviluppo di applicazioni web dinamiche e di grosse dimensioni, che di norma richiedono la conoscenza di differenti tecnologie, come HTML, XML, linguaggi di scripting come JSP o interfacce a database (JDBC), difficilmente note ad una singola risorsa di un contesto aziendale (o difficilmente integrabili affidando la progettazione dei vari moduli a differenti esperti), anche ad una solo progettista che conosca i costrutti di WebML. 

Da più parti, nel mondo dell’informatica, sono giunti apprezzamenti e riconoscimenti al lavoro svolto e tutto ciò lascia pensare che WebML e la metodologia ad esso collegata possa, nei prossimi anni, diventare un vero e proprio standard internazionale nel suo ambito; in ogni caso, il suo esordio sul panorama mondiale, segnato anche dal brevetto ottenuto in Italia, Europa e Stati Uniti (quest’ultimo nel 2003), è ampiamente positivo; a conferma di ciò, basta dire che importanti aziende internazionali (come ad esempio ACER) hanno implementato i loro sofisticati siti web con tecnologia WebML.

Tale importante successo è stato ottenuto grazie anche al fatto che i ricercatori milanesi (tra cui citiamo Stefano Ceri e Piero Fraternali), autori di WebML, non si sono limitati a ideare un metalinguaggio, ma molto brillantemente hanno costruito un ambiente di sviluppo (WebRatio) completamente basato su di esso e ritenuto attualmente il tool più avanzato per la modellazione visuale e successiva generazione automatica del codice (per piattaforma J2EE) di applicazioni web data-intensive.

Si noti a tal proposito, d’altro canto, che la vera forza di un modello concettuale è l’indipendenza dalla piattaforma su cui sarà implementato a tempo di esecuzione; cioè, è possibile pensare che uno stesso schema di alto livello venga tradotto dal generatore automatico in diversi formati implementativi (non necessariamente J2EE).

L’automazione dell’operatività e la generazione immediata di prototipi collaudabili concorrono inoltre, come si può intuire, a ridurre tempi e costi e a favorire la collaborazione con chi richiede le applicazioni, a tutto vantaggio del risultato.

Infine, altro elemento di indubbio valore, oltre all’indipendenza del modello dalla piattaforma, è l’estrema scalabilità dell’applicazione sviluppata, resa possibile dalla chiarezza dei costrutti visuali. Viceversa, soprattutto quando si ha a che fare con progetti di grosse dimensioni, lavorare all’ampliamento delle sue funzionalità attraverso il codice implementativo risulta molto più oneroso.

A dimostrazione di quanto gli stessi autori credano molto nella diffusione futura della loro realizzazione, citiamo il fatto che, nel 2001, il politecnico di Milano ha dato vita ad uno spin-off accademico con la creazione di una vera azienda, Web Models, con sede a Como, impegnata a supportare la commercializzazione di WebRatio nonché a svilupparne ulteriormente le funzionalità.

Per concludere, quindi, l’analisi di WebML risulta interessante, oltre che sul piano del brillante e promettente risultato raggiunto da un punto di vista tecnologico, anche su quello economico in senso lato, con la piacevole nota, purtroppo non comune, di un prodotto tutto italiano che riesce ad imporsi a livello internazionale ed avente l’ambizione di diventare uno standard per l’intero settore in cui opera.

 

Approfondimento tesi

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