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"... Si qualcheduno e vuie o sà,
m'o dicesse sotto viale Augusto che ce sta? ..." cantava negli anni Novanta
Edoardo Bennato - Joe Sarnataro. Evidentemente camminare per una Napoli
perennemente occupata da cantieri in ogni strada è fonte, oltre che di
disagio psico-fisico, anche di ispirazione artistica, e a tanti anni dalla
pubblicazione della celebre Sotto viale Augusto che ce stà? , un
giovane scrittore dà un'immaginifica risposta alla misteriosa domanda. Al
centro di Linea 1 - Reazione Mortale, il secondo thriller di
Giancarlo Avolio, c'è la nuova metropolitana di Napoli con i suoi lavori in
corso. Un simbolo della modernità napoletana che sostituisce quello legato
alla tradizione, il Vesuvio, attorno al quale ruotava la precedente opera,
il romanzo d'esordio La Vendetta di Efesto.
Come quest'ultimo,
Linea 1 -
Reazione Mortale è pubblicato da Massa Editore ed è stato presentato
nella Piazza Telematica di Scampia. Lo scorso 2 Dicembre l'auditorium della
Piazza ha ospitato un dibattito con l'autore moderato da Franco Maiello,
fondatore dell'associazione culturale Caffè Letterario di Scampia, al quale
è stato invitato anche il prof. Luigi Verolino, docente di
Elettrotecnica presso la Federico II.
Giancarlo Avolio, 31 anni, non
è più uno studente di Ingegneria come ai tempi dell'esordio, ma un brillante
ingegnere - si è laureato nel marzo del 2005 - assunto presso la
multinazionale americana Accenture, e tuttavia continua a coltivare la
passione per la scrittura, da oggi collaborando con il prof. Verolino ad
un'attività di promozione di un diverso modo di intendere la figura
dell'ingegnere: non solo un tecnico ma un intellettuale a trecentosessanta
gradi. E' nato un feeling? "Il prof. Verolino non è stato un mio docente
perchè io ero iscritto al corso di laurea in Ingegneria delle
Telecomunicazioni ma, conoscendo la sua fama di uomo di cultura, ho pensato
di scrivergli per parlargli del mio libro. Mi ha risposto subito e quando
successivamente ci siamo incontrati mi ha detto che gli andava di leggere il
mio romanzo e di parlarne perchè lui lavora molto per far uscire la figura
dell'ingegnere dal guscio del tecnicismo e, per così dire, della
monotematicità".
Per quale motivo un ingegnere
scive?
"Per gli stessi motivi per i
quali chiunque altro decide di farlo. Sono dell'opinione che non esistono
due culture, una tecnico-scientifica e l'altra umanistica, ma un'unica
cultura con diversi ambiti. Il fatto che si sia più vicini ad uno di questi
ambiti non significa che non ci si possa affacciare in un altro. Una persona
di cultura è una persona con mille interessi".
Lei ha cominciato a scrivere e
a pubblicare quando era ancora studente. Con che tempi lavorava al suo primo
romanzo e cosa è cambiato con il secondo?
"Quando studiavo era certo più
semplice ritagliare degli spazi da dedicare alla scrittura. Oggi che lavoro
scrivo per lo più la sera, quando non sono troppo stanco, e nei fine
settimana. Ho iniziato questo secondo romanzo prima dell'assunzione in
Accenture, dopodichè ho dovuto interrompere per un pò. Diciamo che stavolta
ho impiegato un anno e mezzo per concluderlo, tra stesura, intervalli e
pubblicazione. In ogni caso, per me scrivere è sempre un piacere, anche se
richiede impegno. E' nato anzitutto come un modo per staccare dallo studio,
per fare qualcosa di diverso dal leggere i testi di Ingegneria".
Ora ce lo può rivelare: sotto i
cantieri della metropolitana che cosa c'è?
"Possono rispondere i
protagonisti del mio libro, un docente della Federico II e il suo giovane
assistente... Sono loro a custodire un segreto pesante, ed è dalle loro
vicende che prende a svilupparsi il thriller".
Deontologicamente scorretto
pretendere di sapere di più. Non resta che immergersi nella lettura del
romanzo, con un'ulteriore avvertenza dell'autore: "il mio stile è leggero,
ma i temi che tratto no. Intendo sempre lanciare un messaggio. Col primo
romanzo ho affrontato il problema della convivenza con uno dei vulcani più
pericolosi del mondo e con una città come Napoli da parte di chi, come il
protagonista di allora, vi si trapianta da fuori. Stavolta i temi sono
diversi ma ugualmente importanti: le opere di sviluppo per la città e la
scelta delle fonti di energia utilizzabili nel nostro paese".
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